venerdì 28 giugno 2013

Madoka Magica: l'inizio della storia (e basta)

Sono andata a vedere Madoka Magica, assieme a un'altra ventina di giovani Otaku che si sono sparpagliati nella fila centrale.
Non so se loro si aspettavano quello che è successo. Io no.
Ma partiamo dall'inizio.

L'inizio della storia. Per prima cosa, in coda, mi trovo in questa situazione.

Padre più flemmatico dell'anno.
Mi è dispiaciuto tanto per il papino gentile, tutto pacato, ma non potevo lasciarli entrare credendo fosse un cartone allegro su delle ragazze che fanno amicizia.
L'ha presa molto bene.
Meglio del bigliettaio.
La grazia e l'eleganza di un uomo a cui Madre Natura non ha mai fatto un favore. MAI.

Ora, però, si dovrebbe parlar del film. Ma del film non ho nulla da dire perché NON ERA UN FILM. Era l'anime, tutto appiccicato in un'unico pappone di due ore e mezza.
Di nuovo c'era solo l'opening, completamente ridisegnata, e l'ending a lunghezza completa. Per il resto non hanno ridisegnato nemmeno un frame e gli errori di disegno a grandezza due metri per cinque sono ancora più orrendi. E poi il doppiaggio italiano che era... beh, italiano. Non sono una fan delle voci femminili italiane, l'uniche che mi sono piaciute sono state le voci di Homura e Sayaka.
Alla fin fine, l'unica e sola cosa che distingue il film dall'anime è che hanno tagliato la scena iniziale dove Madoka sogna il Walpurgis con Homura che le prende.
"nah, omettiamola!!"
Ecco, della trama non ho niente da raccontare perché come dicevo prima sono le puntate dell'anime tutte di fila. E nemmeno ci fanno vedere la fine. Chiudono con l'ending, a fine film, e nemmeno scrivono "parte 2 il tal giorno" o "presto nei cinema: parte 2" Niente.
Che immagino per l'estrema fantasia dei traduttori italiani verrà chiamata "Madoka Magica: la fine della storia". Magari si vergognavano, poverini.
Comunque dicevo poco prima del Walpurgis il "film" finisce. Così, con Kyubey che battezza le streghe, codina al vento e occhio spiritato. Finisce.

Poi va beh, a fine film ammetto che ho frignato "ne voglio ancora!!" quando mi sono resa conto che quella era la prima metà. Mi ha soddisfatto. Riguardarsi la serie è stato bello, e ho anche versato qualche lacrimuccia.
Spero solo che nella seconda parte ci saranno contenuti nuovi, perché così com'è mi ha lasciato un po' di amaro in bocca visto che mi aspettavo che almeno avessero ridisegnato qualcosina. Tra l'altro, non sembra ci siano ancora abbastanza puntate della serie da giustificare un film, quindi ho buone speranze che avrà una fine diversa dalla serie originale.

Mi rifiuto di cercare nella rete, per evitarmi eventuali spoiler, quindi lasciatemi il piacere di essere nuovamente delusa.
Con questo passo e chiudo l'edizione speciale. Non avevo intenzione di parlare di cinema, ma in questo caso faccio un'eccezione essendo un'animazione ;)

mercoledì 26 giugno 2013

Impariamo da: Koyamori

Questa settimana è dedicata ai promo, e parto da un artista che ammiro da tempo: Koyamori.

Swallowed by a fish -Koyamori

I suoi personaggi sono etereii e privi di decorazione, basandosi soprattutto su uno stile lineare che rende i suoi lavori riconoscibili e piacevolissimi, deliziosamente geometrici e spesso monocromatici, che non è una scelta semplice al contrario di quel che si potrebbe pensare.
Il monocromatico, infatti, è terribilmente difficile da gestire perché l'assenza di contrasti appiattisce molto il risultato finale, ma Koyamori ci mostra con estrema grazia come utilizzare le diverse tonalità per rendere un'immagine comunque interessante.

La struttura è spontanea e la prospettiva incerta in qualche modo aggiunge alla dimensione da sogno che mantiene lo stile giocoso e calmo, nonostante la poca vitalità dei soggetti che a prima vista può inquietare, col tempo si comincia a scoprirli rassicuranti.
Perché non parlo di "fantasy"ma di "sogni"? Non si osserva curiosità nei personaggi per il mondo che li circonda, sono rilassati e consapevoli, quasi protettivi delle creature con le quali interagiscono, e posti di punto in bianco in paesaggi sfocati, mi ricorda molto di più una situazione di sogno che non un vero mondo a parte!

Little space -Koyamori
Qual'è il suo punto forte?

La sinteticità. Decisamente, è ciò che preferisco dei disegnatori orientali e d'ispirazione, essendo un cardine dell'arte nipponica sin dalle opere antiche. In questo stile sboccia perfettamente la parsimonia di tratti, e la quantità di spazi bianchi rilassa lo sguardo.
L'acquerello è il media migliore per rendere la bellezza di queste illustrazioni il più eterea possibile, e l'assenza di neri pieni rende ancora più volatile lo stile leggero, decisamente piacevole.

Parasol -Koyamori

Cosa possiamo imparare?

Koyamori ci insegna che a volte meno diventa più, grazie alla sua efficacia grafica, e ci abitua ad accettare il vuoto e la semplicità come parte integrante di uno stile, piuttosto che una sola mancanza tecnica. La spontaneità, a volte, fa più della perfezione, e personalmente mi ricorda che ogni tanto è anche bene andare dove ci porta la mano e lasciare l'esasperazione e la pignoleria da parte per un po'.

Nusi -Koyamori
Grazie a Koyamori per il permesso di usare le immagini! Qui potete trovare il suo artbook!

Noi ci rileggiamo martedì prossimo, e il post sarà un'altra delle grandi domande: "Perché devo disegnare gli sfondi?"Quindi preparate i vostri browser ;)

martedì 18 giugno 2013

Usagi Drops

Voglio cominciare la sezione recensioni da Usagi Drops, una serie di Yumi Unita.
La traduzione italiana lascia un po' a desiderare, più spesso del consentito confondono i balloon, e a volte se ne fregano altamente e traducono cose senza senso, cambiando un pennino in una piuma... Ma non riesce a rovinare questo fumetto sorprendentemente potente.

Genere: Non è uno Shoujo ne' uno Shounen, è l'equivalente giapponese di una graphic novel. Parla di vita vera ed è al contempo assurdo e sincero, non fa che migliorare e mi stupisco ad ogni volume di quanto bene scorra una storia che non è resa complicata, pur essendo difficile.

Trama: Parla di Daikichi, un trentenne che si sobbarca la responsabilità di crescere Rin, figlia di suo nonno. Nata da una relazione tra l'anziano vedovo e una donna assente (non fate spoiler!) la bimba non ha nessuno a cui appoggiarsi nel momento in cui il nonno muore, e nessuno dei parenti osa portarsi in casa Rin per via del suo comportamento evidentemente disturbato. Viene bollata come una bimba problematica per via dell'ovvio trauma e Daikichi, nel disgusto di vedere una bambina di età prescolare venire abbandonata a quella maniera, d'impulso se la prende in casa.
Così comincia la storia, e la dinamica tra un'uomo che deve improvvisamente diventare padre per una bambina che è piombata all'improvviso nella sua vita, e scopre le gioie e i dolori di essere un genitore... E che i genitori sono ovunque.

Insomma, un destino improvviso per il quale non si è assolutamente preparati, e con la vita di una persona sulle spalle. Mostra per lo più scene quotidiane, quasi mai straordinario, ma il suo ritmo scandito e la costante meraviglia di Daikichi per le piccole cose che scopre lo rende un manga di sorprendente realismo.

Premesse per leggerlo: Non penso sarà una sezione che userò spesso, ma c'è bisogno di spiegare che in Giappone tra i 25 e i 30 anni ci si sposa, e tra i 30 e 35 si fa un figlio. Così funziona la loro società.
Questa informazione vi serve perchè nel fumetto non viene spiegato, ma Daikichi è "in ritardo" sulla tabella di marcia, essendo trentenne e non ancora sposato, quindi è un po' pressato e un po' alienato, e spiega pure come mai quando viene visto con una bimba nessuno se ne meraviglia. Rischiano di sembrare buchi nella trama, ma in realtà è solo la traduzione che non mette nemmeno una nota a piè pagina su questi temi che sono troppo giapponesi per essere capiti al volo.

Target: Non ci sono state scene esplicite per ora (in italia sono usciti si e no 3 volumi su 10 per ora) e non penso ce ne saranno. Anche il linguaggio non è volgare, ma comunque non lo consiglio ai minori di 20 anni perchè è molto "adulto" nei temi, nei ritmi, e nelle esposizioni dei fatti. Trovo anche molto difficile immedesimarsi nel personaggio di Daikichi e nei suoi problemi, nonostante lui sia molto europeo nel cuore, ed è anche per questo che lo consiglio a un pubblico più adulto. Comunque, per chi come me adora avere una finestra sull'anima degli umani, Usagi Drops è un assoluto must.

lunedì 10 giugno 2013

E si festeggia di già!

Le prime 100 visualizzazioni del blog, in solo 24 ore di vita!
"Stupidaggine Celebrativa", Arte Moderna.
Photoshop su tela digitale, primi anni 2000.
Unico esemplare al mondo esposto nel macbook di Casa Rocchi.

Mi starò galvanizzando un po' troppo?

Comunque sia, ogni settimana ci sarà un post, li metterò di Mercoledì così avrò Lunedì e Martedì per scriverli :)
Quindi, Mercoledì prossimo ci sarà un nuovo post! E sarà un consiglio per gli acquisti ;3

Perchè le fanart piacciono?

Questa è una domanda che tormenta le notti insonni degli artisti.

"perché a nessuno piacciono i miei disegni e mettono mi piace a quel disegno di Naruto fatto male?"
"è popolare solo perché è una fanart!"
"quelli che amano le fanart sono tutti idioti!!"
"le fanart sono una scorciatoia, chi le fa è un lavativo!"
Sono tutte frasi che abbiamo sentito da qualche parte, magari le abbiamo anche partorite noi a volte, ed è comprensibile, e magari ci siamo convinti che le fanart sono davvero il male. Ma facciamo un passo indietro, e poniamoci una domanda.


Perché le fanart piacciono?

Perché il personaggio è conosciuto. Grazie Capitan Ovvio direte voi, ma aspettate. Non abbiate fretta. Il fatto che il personaggio è conosciuto, non significa che sfrutti la popolarità del fumetto. Certo, più è popolare il manga e più cuori, pollici, stelline e simboli di apprezzamento riceverà, ma... Pensateci un attimo, perché si dovrebbe mettere mi piace a un personaggio? Solo perché lo hai visto su un poster? Quelli che ragionano così sono molti meno di quanti pensiate.

La verità è che le fanart vendono perché chi le guarda conosce già il personaggio, conosce già la sua storia ed è emotivamente collegato al personaggio. 
Per questo le fanart sono popolari. Perché un personaggio qualsiasi che si rilassa sul prato non ha alcun significato per chi lo osserva, è un estraneo ai loro occhi, e chi si ferma a guardare un estraneo? Ma mettiamoci ad esempio Rufy e tutti si infiammano di passione. Quello è Rufy, non è un estraneo, è Rufy! Il mio nakama! So tutto della sua vita, mi ha insegnato tante cose, è Rufy e mi piace tantissimo che sia stato disegnato mentre si rilassa sul prato.
Come reazione è naturalissima... Perché la differenza è il legame di conoscenza che si crea tra il personaggio e il lettore, che nelle fanart semplicemente c'è già.


Ma allora come faccio a far sì che i miei disegni piacciano?

Dovete creare un collegamento tra il lettore e il personaggio. Rendete quel personaggio un loro amico, anche se per pochi minuti, e raccontate la sua storia attraverso l'immagine. Invece di disegnare il personaggio che si rilassa nel prato con gli occhi chiusi e il prato vuoto, perché non disegnarlo con gli occhi socchiusi, spiando la luce che filtra dai rami, magari con la bicicletta lasciata accanto e i resti di un panino, una bottiglietta, una goccia di sudore sulla fronte? Ci racconta immediatamente che è una giornata calda, che il personaggio è montato in sella con un panino e una bottiglia d'acqua, s'è fatto una scampagnata e ha raggiunto la collina erbosa dove s'è steso dopo la merenda, osservando le fronde muoversi, ascoltando il silenzio.




Adesso lo conosciamo, il personaggio. C'è un legame emotivo. E tutti quelli che hanno fatto la stessa cosa, o vorrebbero farla, capiscono i sentimenti del personaggio, magari lo invidiano pure o addirittura decidono di fare una cosa del genere alla prima occasione. Non è molto meglio? Il compito di un disegno non è essere solo carino da guardare, ma di suscitare qualcosa, che sia curiosità, relax, o confusione non importa, diamo un senso a quello che viene visto, altrimenti sarebbe come leggere una lunga riga di lettere scombinate:
aeopotnmrbweàoibsb!nl-rtoitbtòsbòugbglsòieywdarasrtrbiubtktbruigfnlnabvkruebea
Cosa avete provato? Ve lo dico io: nulla. Scommetto non avete nemmeno letto tutto il testo. Perché? Perchè è noioso, piatto, scombinato e soprattutto senza senso.
Quindi la prossima volta che disegnate un'illustrazione, dategli un senso!


Allora ammetti che chi fa fanart usa una scorciatoia?

Può sembrarlo ma non lo è, fare fanart è un po' rischioso e un po' limitante. Che non è proprio quel che si cerca in una scorciatoia, giusto?
Primo, dovete pensare al personaggio e a come si comporterebbe nella situazione in cui l'avete messo, quindi si deve conoscerlo ed esserci affezionati.
Secondo, dovete disegnarlo perfettamente uguale al manga o i fans se la prenderanno, magari addirittura adattare lo stile a quello dell'autore. C'è da andarci coi piedi di piombo ad alterare qualcosa.
Terzo, le fanarts o le fanfiction o le doujinshi essendo appoggiate a personaggi già creati, non vi fanno crescere come autore ne' vi abituano a creare personaggi. 
Non peggiora per forza chi le fa, ne' i fanartist sono peggiori degli artisti "normali", anzi spesso sono parecchio bravi e sono loro quelli che guadagnano popolarità... E la popolarità è importante nel mondo artistico.

In ultima analisi, fare fanart porta sì popolarità ma è anche una scelta rischiosa, perché può portare a disabituarsi ad usare personaggi propri e compromettere il miglioramento dei rapporti personaggi/lettori.
Insomma, fare fanart è una scelta, ma come tale va rispettata e insultare un fanartist non vi porterà niente di niente, sarete solo persone più tristi di prima perché non sarete (ovviamente) riusciti a smontare l'oggetto delle vostre invidie.


Quindi... Lo faccio o no???

Questo lo dovreste decidere da voi, ma se proprio volete un consiglio... Perché non un po' di entrambi?


sabato 8 giugno 2013

Blogger o non blogger?

Dopo circa 20 minuti di esaltante suspance su Facebook, 15 minuti passati a giocherellare con il crea-blog, e altri 5 minuti a fissare la pagina vuota, ecco che vi trovate davanti un magnifico esempio di blog in fase beta.
Per evitarci dolori da improvvise dipartite, terrò il blog in fase beta per un paio di mesi, per testare se so prendermene cura e se a qualcuno interessa leggere, quindi deciderò se impegnarmi a continuare o cancellarlo dalla faccia del web.
Vediamo che cosa succede.

Il punto però è che non sono sicura di che farmene del blog.
Potrei rispondere alle grandi curiosità del pubblico, in fondo ci sono domande che tormentano tutti e curare l'insonnia da domande esistenziali è importante. Poi i disegnatori suscitano curiosità, potrei soddisfare le grandi curiosità, per esempio: in media, quanto cioccolato consuma un disegnatore giornalmente?
La risposta è 2.8 cioccolatini al rum per gli uomini e una tavoletta intera per le donne. (ma anche no)
Nah, così non funziona.

Potrei consigliare qualche manga ogni tanto. Mostrare al mondo che leggo roba di qualità, fumetti di classe.
Di criticare manga mi sa che non se ne parla, è rischioso esprimere le proprie opinioni sul web.
Potrei fare features di disegnatori e ispirazioni...

Cosa vi suscita curiosità, lettori del mio cuoricino? Alla fine lo scopo di avere un blog è farlo leggere, mica scrivere al vento, quindi cosa potrebbe convincervi a leggere?
Inondatemi di commenti e vediamo di tirar su un blog che sia bello anche per voi ;)